Area Porta Roma
La cartina che vedete è il progetto contenuto nel Piano Regolatore...
... questo piano "gode" o per meglio dire SOFFRE di una deroga: sarà l'unica centralità urbana di Roma che potrà essere realizzata pur mancando nelle vicinanze una linea di trasporto pubblico su ferro.
La cartina non è quindi l'attuale aspetto dell'area, ma quello che sarà.
La zona contrassegnata dal colore FUCSIA è quella della Centralità urbana "Porta di Roma"
La zona verde a sinistr di quella fucsia è il futuro Parco delle Sabine
Il GRA è individuabile abbastanza bene, è l'asse in alto inclinato verso destra
Via della Bufalotta è quella via che, sulla destra, dopo essere passata sotto il GRA si biforca, in corrispondenza di una zona gialla a righine, dove verranno costruite le compensazioni con altre zone di Roma.
Lì accanto, vicino alla bivio di Tor San Giovanni si vede una stradina che piega a sinistra, è il nuovo collegamento col GRA che passerà accanto al deposito di materiale edile De Masi
Via di Settebagni è accanto al n. 2, e unisce la Bufalotta con la nuova zona commerciale, Ikea & C.
Si vede bene che il nuovo svincolo permetterà al traffico privato di accedere allo stradone e quindi al Municipio senza difficoltà. Una vera e propria penetrazione autostradale del tipo della A24 Roma L'Aquila... In realtà quello stradone per parecchio tempo non porterà effettivamente lontano, mancando sia i fondi che i progetti per andare sulla Togliatti, e il flusso di macchine si troverà imbottigliato già all'altezza di Baseggio e Via Cervi, con i primi semafori e code.
INCAPACITA' E COMPLICITA', UN RESOCONTO MOLTO TRISTE di un incontro in campidoglio, Sala Arazzi, ieri mattina. Argomento: mobilità e viabilità zona Bufalotta / Porta di Roma. Presenti tre Comitati di quartiere, Vigne Nuove, Casale Nei e Colle Salario, il presidente del Munic.4 Salducco, la consigliera Landi della lista civica. Non invitati altri comitati, da sempre impegnati su traffico e inquinamento. Dall'altro lato del tavolo, presenti rappresentanti dell'Assessorato Ambiente con Stefano Mastrangelo, l'Ass. Lavori Pubblici con Angelo Marinelli, il Dip. 9 (politiche di attuazione strumenti urbanistici) con l'Ing. Paradisi, il Dip. 7 (mobilità) con Tofano e poi l'ex ambientalista Fabrizio Panecaldo (ora lista civica). Assenti, e presumiamo neanche invitati, il presidente della Commissione Bufalotta- Porta di Roma prof.Mario Canino, e il neo assessore municipale all'urbanistica, Zuppello. E' stato uno spettacolo penoso che ha lasciato molta amarezza nei cittadini presenti, giustamente preoccupatissimi.
L'ENORME INCREMENTO DI TRAFFICO AUTOMOBILISTICO PREVISTO A PARTIRE DAL 15 GIUGNO dovrebbe essere sopportato, secondo questi pseudo urbanisti e improvvisati amministratori del bene pubblico, dal GRA, essendo completamente assenti delle alternative. A nessuno è venuto in mente che il GRA, anche verso sud (Tiburtina), dove ha le 3 corsie, è già ora intasato per molte ore del giorno. Verso nord non ne parliamo, il ponte sul Tevere è da vari decenni un intoppo estenuante. Di fronte a questa situazione l'ex ambientalista Panecaldo ha ritenuto giusto appuntare le più feroci critiche a Rifondazione, colpevole di essersi opposta alla realizzazione di un'arteria a grande scorrimento nel Parco delle Sabine. Attenzione: arteria a grande scorrimento per portare un fiume di macchine in un GRA già intasato. Geniale. Ma andiamo avanti con ordine.
STIAMO STUDIANDO I FLUSSI DI TRAFFICO SUL GRA, esordisce l'Ing. Paradisi (9° Dip. strumenti urbanistici), e già questa affermazione lascia perplessi. Ma come, tra 4 mesi aprirà Ikea e tu stai ancora studiando i flussi di traffico? E come hai rilasciato la Valutazione di Impatto Ambientale, lanciando i dadi? Come hai valutato le esigenze di parcheggi, la capacità di assorbimento del GRA a due corsie verso Cassia e del GRA a 3 corsie verso Casilina, gli effetti nel tessuto urbanistico dei quartieri limitrofi? Qualsiasi sospetto è legittimo, a questo punto. Subito il presidente del Munic. Salducco dice (per una volta) la cosa giusta, dicharando che non sono mantenuti gli impegni riguardanti Ikea. Paradisi replica con nettezza: le opere viarie che mancano sono in convenzione tra Comune e privati, il cronoprogramma è deciso da questi ultimi, i finanziamenti sono sempre privati, e così i progetti e la realizzazione. Questo suona ai presenti come una resa totale dell'ente pubblico, e per metterci una pezza interviene abilmente Stefano Mastrangeli (ambiente): non c'è ancora lo studio di compatibilità acustica, e prevedendo un traffico insopportabile in zona Casale Nei e Vigne Nuove sarà necessario imporre a Ikea un rinvio dell'apertura. Questa posizione (abile, ma di cortissimo respiro) viene subito sposata e anzi cavalcata da Panecaldo: se non c'è la viabilità (che a suo parere vuol dire lo svincolo sul GRA e le relative vie d'accesso per alcune centinaia di metri) Ikea non può aprire. L'ex ambientalista non sembra preoccuparsi molto di quello che succede dove terminano quelle vie d'accesso. La sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) colpisce con effetti notevoli. Basta spostare gli ingorghi di qualche centinaio di metri e il gioco è fatto, questi rompipalle di Comitati di Quartiere si cheteranno.
SECONDO PANECALDO MANCANO DUE COSE DECISIVE che sono
1) a nord del MOSTRO, una bretella o raccordo che unisca il viadotto dei presidenti (opera mai portata del tutto a compimento) al GRA, bypassando il centro abitato di Colle Salario, per decongestionare Va Monte Urano (questa strada ora è veramente presa d'assalto, con la chiusura di v.Settebagni). Poco importa, all'ex ambientalista, che questa bretella debba mangiarsi pezzi di Parco delle Sabine, e poco importa che il flusso di macchine venga così incanalato verso un GRA che risulta essere già intasato. Non si conosce il costo di questa opera, che non è quindi nè finanziata nè progettata.
2) a sud del Mostro, verso la città, un collegamento tra il nuovo stradone a 4 corsie (che adesso risulta tronco, infattii il traffico al momento è incanalato su Via Vigne Nuove) e il viadotto dei Presidenti. Alla domanda di che senso abbia questo collegamento, visto che il flusso di macchine troverebbe poi in ogni caso lo sbarramento di Via Fucini e Bufalotta, non è pervenuta una risposta soddisfacente. Di questa opera si conosce il costo: sono 6 mld di euri da Casale Nei fino al viadotto Gronchi. Si conosce anche l'intero importo dell'opera, stradone e lungo tunnel, per arrivare fino a Togliatti, passando sotto Bufalotta, Viale Jonio e Nomentana: 320 mld. A questo punto è intervenuto opportunamente Angelo Marinelli, della segreteria di D'Alessandro, Lavori Pubblici: i soldi non ci sono. Aria imbarazzata e freddina in sala.
Per concludere l'intervento, Panecaldo dichiara che il dipartimento farà la valutazione dei soldi necessari e di quelli disponibili (ma Marinelli ha già detto che soldi non ce ne sono). Gli fa eco Mastrangelo: dobbiamo sapere quanto costano le opere descritte da Panecaldo. E' stato uno scambio interessante, un dialogo di sapore democristiano, impegni abbastanza vaghi, rinvii a studi futuri. E per finire, l'ex ambientalista ci mette una nota tipicamente berlusconiana: gli abitanti di Colle Salario sanno con chi prendersela per gli ingorghi di Via Monte Urano, è stato il Prc a non volere la realizzazione dello stradone nel Parco delle Sabine. Insomma è colpa dei soliti comunisti. Bisogna dire che per un verso Panecaldo ha ragione: il Prc è stato ininterrottamente al governo di questa città nel periodo in cui è stato deciso a tavolino questo disastro ambientale, e ne porta notevole responsabilità, insieme allo stesso Panecaldo, a Morassut e Nieri e Esposito, a Tocci e Di Carlo, a Rutelli e Veltroni.
UN SENSATO RAPPRESENTANTE DI COLLE SALARIO interviene, amareggiato, per sottolineare che a 4 mesi dall'apertura di Ikea siamo in queste condizioni: manca ancora la viabilità relativa allo svincolo col GRA, e anche qualora ci fosse non sarebbe sufficiente, e le soluzioni più radicali non sono nè finanziate nè progettate.
Un quadro desolante. In effetti, un cittadino o un utente dei futuri centri commerciali avrà queste belle alternative:
- imboccare un GRA probabilmente saturo, intasato;
- utilizzare la rete viaria interna, indubbbiamente esile rispetto alle sigenze;
- salire su un autobus fermo negli ingorghi;
- pedalare su una bicicletta, facendo divertenti (?) slalom tra le auto. In quest'ultimo caso il pericolo sarà uguale a zero, perchè saranno ferme (le macchine, non le bici). E non parliamo delle emissioni di gas e delle polveri sottili nell'aria, davvero meglio non parlarne.
tratto da AMICOQUARTIERE
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